Qualche tempo fa stavamo riflettendo su come e perchè scegliere una specifica storia da raccontare in una rassegna di Teatro Educazione che, presa più in generale è una delle tante scelte che si devono fare anche nel contesto dei laboratori di Teatro Educazione e delle rappresentazioni che da essi nascono e crescono assieme ai gruppi con i quali lavoriamo.
Proprio per questa importanza che hanno le storie, ho deciso di scrivere questo articolo per riflettere sulle possibilità che non essere ferrei in questi processi ci vengono offerte.
Come possiamo trovare un filo conduttore in ciò che facciamo partendo proprio dal filo conduttore ma senza filtrare ciò che avviene durante i laboratori?
Quest’anno, proprio per offrire il fianco a questa possibilità di riflessione abbiamo deciso di prenderci in anticipo e di identificare un personaggio, nel caso specifico un personaggio letterario, scomparso ormai da quasi quarant’anni, e sarà proprio questo il motivo per cui abbiamo pensato a lui per la rassegna del 2025, anno in cui saranno esatti questi quasi quarant’anni.
Parliamo di Italo Calvino, scrittore, ma prima di questo resistente in un’epoca nella quale resistere poteva e spesso doveva coincidere con combattere. Siamo fermamente convinti che ripercorrere un’opera ricca, divertente, pungente e puntuale come quella di Calvino sia un’opportunità di riflessione da non lasciarsi scappare come tentativo di parlare e osservare altri punti di vista, stando a contatto con un filo sottile, come una tela di ragno, tra la storia da raccontare e la storia che stiamo raccontando.
Avremo modo di parlare, anche nelle specificità, di quello che l’opera di Calvino può offrire ad una riflessione attuale, per ora ci soffermiamo su una domanda con la quale iniziare a parlare insieme di questo filo rosso che ci accompagnerà fino alla nona edizione della Bottega Teatrale di Roma:
Ma voi, di Calvino, cosa vorreste vedere a teatro?
No responses yet